«La Tavola Smeraldina ha rappresentato una bussola fondamentale per raggiungere il centro del cuore, per vedere con altri occhi che cosa siamo e che cosa possiamo diventare. Scendendo nelle profondità del nostro essere, in silenzio e rispettando il silenzio... si potrà divenire un essere tre volte grande, libero, forte, amorevole, unico diradando le tenebre e divenendo guida sicura e fermo punto di riferimento per gli altri». (Stefano Donno)
«La Tavola Smeraldina si muove su più fronti, passando dalla mitologia all'ermeneutica, dall'ermetismo alla psicoanalisi». (Enrica Perucchietti).
Uno studio per iniziati, un approfondimento per chiunque abbia voglia di conoscere e conoscersi.
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Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: comincia cosi a studiare i testi degli alchimisti. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume, che rimane fra i suoi testi più affascinanti. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la «presa di coscienza» della psicologia moderna. L'alchimia e espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza: vuole portare alla luce il lato divino che dorme nell'oscurità degli istinti, ed e quindi una psicologia che non dice il suo nome, qualcosa di affine alla moderna psicoterapia. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che, pur appartenendo a epoche e a luoghi lontanissimi, hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano essere in realtà il ritrovamento di antichissime e universali esperienze che, appunto per questo, egli definisce «archetipiche».
RispondiEliminaIl Musaeum Hermeticum è un compendio di testi alchemici pubblicato in Germania nel XVII secolo. Tra le sue pagine il lettore sarà condotto in un viaggio fantastico e avventuroso che unisce i cosmogrammi medievali e le immagini del misticismo cristiano, passando attraverso l'affascinante mondo dell'alchimia per arrivare fino all'arte di epoca romantica. Gli enigmatici geroglifici di cabalisti, rosacroce e massoni mostrano qui la loro stretta relazione con le prime illustrazioni scientifiche nel campo della medicina, della chimica, dell'ottica e della teoria dei colori. Anche per i profani di storia dell'alchimia, questo libro risulterà un'affascinante meraviglia tutta da esplorare. I capitoli, riccamente illustrati, iniziano tutti con un'introduzione e citazioni di alchimisti e sono opera di uno studioso del settore, Alexander Roob. In questo volume il lettore potrà ravvisare le radici del surrealismo e di molti altri movimenti artistici più recenti.
RispondiEliminaDopo aver riportato alla luce i tesori di saggezza racchiusi nelle fiabe, Marie-Louise von Franz ci offre qui una vera e propria guida all'interpretazione dell'alchimia, che costituisce nello stesso tempo un'introduzione agli scritti maggiori di jung sull'argomento. II lettore entra in contatto con alcuni testi alchimistici greci, arabi e medievali, e impara in concreto a tradurne il ricco materiale esoterico e simbolico nell'esperienza degli uomini moderni, perché le immagini, gli archetipi che occupavano la mente degli alchimisti erano gli stessi che ricorrono nei nostri sogni e nei nostri tentativi di comunicazione tra i sessi. Nel libro è anche contenuto un piccolo mistero filologico: il testo dell'"Aurora consurgens", che è citato quasi per intero, potrebbe comunicarci la visione che sopraffece san Tommaso d'Aquino morente.
RispondiEliminaDalla sua prima uscita nel 1975 e a dodici anni dall’ultima ristampa nel 2005, rivede la luce il libro forse più amato dai lettori dell’opera zolliana, intatto nella freschezza che sgorga dall’immersione dell’autore nelle meraviglie del mondo della vita.
RispondiElimina«Scienza tradizionale degli imponderabili» definì Elémire Zolla l’alchimia, esplorandola come un dizionario della qualità delle cose impressa nei poteri dei quattro elementi, nella simbologia dei numeri e negli archetipi riconosciuti nella loro natura primigenia di ritmi. Quando nella riedizione di Le meraviglie della natura (1991) Zolla aggiunse il capitolo Pensieri alchemici fra 1975 e 1990, la materia trattata s’incurvò come un arcobaleno a lambire le soglie del terzo millennio. Negli esperimenti sulla fusione fredda di Fleischmann e Pons, che nei primi anni novanta del secolo scorso la comunità scientifica internazionale aveva accolto per lo più con dileggio e alterigia, Zolla scorgeva ‘stranezze’ caratteristiche di certi processi alchemici, ad esempio che la fusione avviene a volte sì a volte no e quasi sempre in primavera. Una ragione in più per tuffarsi nei segreti della natura con la disposizione a «guardarsi d’attorno con esultanza». Infatti solo «a questo patto - si legge nel primo capitolo - sollevando una gleba odorosa, spiccando un frutto, contemplando le iridescenze di gioielli o di cascate, lo splendore d’un incarnato umano o d’una liscia pelliccia o d’una sfolgorante colata di metalli, forse si saprà sentire la presenza animatrice che ha plasmato e va plasmando queste materie». All’introduzione del 2005 Grazia Marchianò premette una postilla che inquadra i temi al cuore di Le meraviglie della natura negli inquietanti scenari cognitivi di un futuro alle porte.
Questo libro presenta in maniera chiara e semplice, passo dopo passo, l'insegnamento alchemico, che si rivela essere un efficace cammino di crescita spirituale alla portata di tutti. Cosa cercavano in verità gli alchimisti? Come è possibile per l'uomo moderno approdare alla gioia incondizionata e all'immortalità percorrendo la via alchemica? Assisteremo, in futuro, a una "restaurazione degli antichi misteri" sul pianeta terra?
RispondiEliminaNell'ampio panorama della produzione junghiana, il Mysterium coniunctionis rappresenta l'opera più importante degli ultimi anni. Oggetto di questi studi che tennero impegnati Jung per oltre trent'anni è la tradizione alchemica. È proprio grazie all'alchimia che riuscì ad agganciare le esperienze e intuizioni acquisite mediante la sua diretta e personale «discesa dell'inconscio» a un materiale parallelo e disponibile obiettivamente. Per Jung l'alchimia non rappresenta soltanto l'antecedente storico della moderna psicologia del profondo, ma soprattutto, con il suo infinito serbatoio di simboli e immagini, costituisce la prima rappresentazione di quegli archetipi sui quali ha innalzato l'edificio della psicologia analitica.
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